In un mondo ideale, ogni imprenditore avrebbe a disposizione delle ingenti somme di denaro da investire in pubblicità per far conoscere la propria attività a quante più persone possibili. La realtà, però, è ben altra cosa. Chi gestisce una piccola-medio impresa deve selezionare accuratamente i canali attraverso cui promuovere la sua azienda e, molto spesso, deve fare affidamento su budget ridotti.

Fra gli strumenti con cui un imprenditore può sponsorizzare il suo progetto online e intercettare il proprio pubblico di riferimento c’è sicuramente Google ADS, una piattaforma in cui, attraverso varie tipologie di campagne, si possono creare degli annunci pubblicitari che fanno conoscere nel mondo del Web un’attività al target selezionato.

Si tratta di una preziosa risorsa nelle mani di chi è a capo di un’azienda e che può essere presa in considerazione anche se si intende investire poco budget all’interno della propria strategia di marketing. Chiaramente, però, in questo caso occorre una pianificazione nei minimi dettagli nel momento in cui si accede a Google ADS e si decide di avviare una o più campagne pubblicitarie.

Vediamo quindi come si può operare con pochi euro giornalieri in questa piattaforma e alcuni consigli cruciali per ottenere conversioni anche con un investimento ridotto.

Come funziona il budget in Google ADS

Prima di entrare nel dettaglio delle strategie da mettere in atto se ci si trova a operare utilizzando un budget ristretto è bene fare un piccolo riassunto di come funziona il budget in Google ADS.

Durante la creazione di una campagna, qualunque essa sia rispetto alle tipologie esistenti nello strumento, c’è bisogno di indicare su base giornaliera il tetto massimo di budget che la campagna può spendere.

Perciò, se si imposta un budget giornaliero pari a 10€, la piattaforma non potrà spendere una cifra maggiore durante le 24h. In realtà, però, non è proprio così: in alcune giornate, la piattaforma può arrivare a impiegare anche il doppio del budget giornaliero prestabilito se lo ritiene opportuno in base a dei meccanismi di machine learning, ma cercherà comunque di compensare questa spesa eccedente il limite nei giorni successivi. A ogni modo, alla fine del mese la campagna non spenderà mai più del budget giornaliero prefissato moltiplicato per 30,5 ossia il numero medio di giorni che i mesi presentano.

Creare campagne Search con poco budget

La tipologia di inserzione pubblicitaria forse più conosciuta in Google è la campagna Search, ossia una sponsorizzazione che fa comparire degli annunci testuali in corrispondenza della digitazione da parte dell’utente di specifiche query nella barra di ricerca del colosso statunitense Big G.


Questo tipo di campagna viene creata selezionando delle keyword per cui far apparire gli annunci creati e, come si potrà intuire, cercare di “aggredire” parole chiave dal volume di ricerca elevato e, di conseguenza, dal CPC più alto non è una buona strategia. Decisamente meglio intercettare delle keyword più specifiche, dirette a una particolare nicchia, che, ovviamente saranno caratterizzate da un volume di ricerca medio mensile più basso, ma a cui si accompagnano anche dei costi per clic inferiori.


Una previsione del CPC legato a una parola chiave viene fornito dallo Strumento di ricerca delle parole chiave di Google ADS (in una forbice dai pagamenti più bassi a quelli più alti), tuttavia, si parla appunto di una previsione in quanto il reale costo per clic sarà individuato solo dopo che la campagna verrà accesa e sarà compito dell’inserzionista monitorarlo.

Dopo i primi giorni dall’avvio di una campagna si cominciano a recuperare i primi dati sull’andamento della sponsorizzazione all’interno delle varie sezioni. Nel caso di una campagna Search, la schermata che va assolutamente controllata è quella relativa ai Termini di ricerca (si trova sotto la tab Approfondimenti e report). In essa è possibile attenzionare le parole chiave per cui gli annunci originati da noi sono comparsi. Dunque, è strategicamente corretto rimuovere e mettere come parole chiave escluse quelle keyword per cui non si vuole apparire con i propri annunci, in quanto si tratta di parole chiave caratterizzate da un CPC troppo alto o perché poco attinenti con ciò che si sta promuovendo attraverso la campagna Search.

A proposito di parole chiave escluse, alcune di esse che vanno inserite a priori quasi sempre, ossia prima dell’avvio della campagna, sono: “consigli”, “guida”, “come”, “cosa”, “wikipedia”, “video” e “login”. Sono keyword che non esprimono un intento transazionale, ossia di acquisto o di azione da parte dell’utente, ma informativo, mentre nella maggioranza dei casi le inserzioni in Google ADS hanno l’obiettivo di invitare l’utente ad acquistare un prodotto o un servizio o fargli fare una determinata azione. A ogni modo, queste parole vanno prima analizzate per sapere se hanno qualche riscontro in termini di conversione. Questo semplice intervento può far risparmiare parecchio nel caso in cui ci si trovi a lavorare con un budget risicato.


Una strategia piuttosto efficace quando si avviano delle campagne Search consiste nel fare affidamento sullo SKAG (Single Keyword Ad Group). Spiegamone il funzionamento: dopo aver raccolto una buona mole di dati, ci si concentra su un’unica parola chiave che è stata in grado di portare il maggior numero delle conversioni usando la corrispondenza esatta e includendola in un solo gruppo di annunci. Agendo così, si evita di sprecare budget su keyword che non portano alla conversione e che, perciò, non hanno un riscontro economico.

Creare campagne Display con poco budget

Le inserzioni che fanno comparire dei banner pubblicitari quando gli utenti che si vogliono intercettare stanno visitando altri siti web, cioè le campagne Display, rappresentano di per sé un’eccellente soluzione nell’eventualità in cui si debba lavorare con pochi euro giornalieri.

Questo perché i CPC medi delle inserzioni Display sono molto più contenuti rispetto a quelli, ad esempio, delle campagne Search, dal momento che sponsorizzazioni di questo tipo vanno a intercettare una domanda latente da parte dell’utente, ossia un bisogno non espresso in modo diretto o di cui non si ha consapevolezza.

Un esempio di settaggio delle campagne

Avendo a disposizione poco budget per sponsorizzare i propri prodotti o servizi in Google ADS è necessario accendere un numero ristretto di campagne (mettendo da parte inserzioni più elaborate come le Smart Shopping) e, soprattutto, utilizzare la logica.

Provando a immaginare una strategia, il nostro consiglio è quello di partire con una campagna Search piuttosto mirata su parole chiave specifiche in relazione a ciò che si vuole promuovere. Così facendo, sarà possibile ricevere del traffico di qualità e interessato ai prodotti o ai servizi sponsorizzati. In aggiunta, sempre nell’ottica di ricevere visite pertinenti al business aziendale, è consigliabile inserire un gruppo di annunci che contenga delle keyword correlate al nome del brand poiché le conversioni saranno quasi sicuramente elevate e i costi relativamente bassi.


Una volta che si cominciano a ricavare i primi dati, la strategia prosegue con l’accensione di una campagna Display che, come detto in precedenza, presenta dei CPC bassi e riesce comunque a convogliare utenti all’interno del sito web. Il pubblico che è stato intercettato con la campagna Search di cui sopra, però, non può essere tralasciato. Per questo motivo, una best practice è quella di creare un segmento di pubblico di remarketing che includa gli utenti-visitatori atterrati nel sito web attraverso l’inserzione che ha girato nella rete di ricerca e utilizzarlo in una campagna Search che farà comparire gli annunci solo per le persone che sono entrate già in contatto con il proprio sito web.
Attraverso questa strategia, si può evitare di sperperare budget e concentrarsi su utenti già interessati a quanto offerto, continuando a digerire traffico sul sito web grazie all’attività della campagna Display.

Conclusioni

Abbiamo visto come si possa usare Google ADS, per aumentare le vendite dell’e-commerce oppure promuovere i propri servizi, anche se si ha a disposizione poco budget. L’aspetto cruciale in questo caso è ridurre al minimo gli errori, avendo ben chiara in mente la strategia da portare avanti. Solo così sarà possibile avvalersi dell’aiuto di questa piattaforma anche con pochi euro giornalieri a disposizione.

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